La filosofia produttiva prescelta è quella del “vino-frutto” esaltando le grandi peculiarità dei vigneti con vendemmie in leggera sovramaturazione e un lavoro attento e peculiare in vigna.
“Il sogno di tutte le generazioni di uomini applicati al vino che ci hanno preceduto è ottenere dalla coltivazione il miglior frutto-uva possibile, trasformarlo in vino senza sciupare o alterare il patrimonio di gusto e di aroma sintetizzato dalla natura nel frutto, vinificare senza perdere un’oncia del valore nativo”.
(Prefazione di Luca Maroni a: Le buone pratiche per la vinificazione e la conservazione dei vini - Louis Oudart - I° pubblicazione nel 1877 da parte della Reale accademia dell’agricoltura di Torino).
Al di là della rivoluzioni, delle evoluzioni sulle tecniche enologiche, delle scomparse e delle rinascite, non va dimenticato che la sinfonia di fragranze, l’incanto di sapori, il miracolo d’armonia dettata da un gran vino è il salario di un lavoro minuzioso in vigna e in cantina, spiccato talento ad interpretare un’enologia che unisce tradizione con innovazione attenta ai nuovi gusti del moderno ed esigente consumatore.